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Il rituale colpo di campanella, che apre la giornata di contrattazioni a Piazza Affari, il 19 ottobre scorso lo ha dato Nicola Piovan, presidente dell’omonimo gruppo veneto attivo nella costruzione di sistemi per l’automazione dei processi di trasformazione di materie plastiche e prodotti alimentari in polvere.

Perché a Piazza Affari
La quotazione del gruppo al mercato Star di Borsa Italiana è stata solo la tappa finale di un percorso di avvicinamento durato molti mesi, iniziato con la presentazione del dossier finanziario, seguito da un road-show con tappe nelle principali capitali finanziarie europee e oltreoceano per presentare ai potenziali investitori le opportunità di crescita. Un percorso perfezionato, prima dello sbarco a Piazza Affari, con l’offerta (IPO) agli investitori istituzionali e qualificati, completata con successo qualche giorno prima del termine prefissato, con la collocazione di azioni per un controvalore di 156 milioni di euro. Considerando anche l’esercizio parziale dell’opzione greenshoe da parte dei coordinatori dell’offerta, il collocamento istituzionale ha riguardato 20.551.621 azioni ordinarie, pari a circa il 38,34% del capitale.

A spiegare le ragioni dell’operazione, in un periodo di turbolenza finanziaria sulla piazza di Milano, è lo stesso Nicola Piovan: «La quotazione in Borsa ci dà maggiore visibilità internazionale e presso i grandi clienti, attrarrà talenti in azienda e metterà una sana pressione all’interno del gruppo per perseguire la strategia di crescita, oltre a definire una solida governance per il futuro». «Ragionando in un’ottica di lungo periodo e non speculativa, le turbolenze dei mercati finanziari non ci preoccupano più del necessario » spiega il patron della società veneziana. «Siamo un gruppo internazionale non indebitato, quindi al riparo da possibili aumenti dei tassi d’interesse».